Becoming Minimalist: newsletter n. 55 e 56
by albi69
Buoni propositi per il nuovo anno? Programmare un po’ di decluttering in casa potrebbe essere un ottimo inizio. Ecco 9 risorse con suggerimenti interessanti (in inglese) per eliminare il superfluo in casa, e cominciare a vivere in maniera più semplice e soddisfacente.
• 15 massime minimaliste, illustrate
• Incappa nel blog di Leo Babauta ed elimina più di 20.000 oggetti dalla propria casa. Succede in Australia.
• Convincere i nostri figli a fare decluttering, potrebbe essere difficile. Forse è meglio prevenire il problema.
• La ‘ricchezza’ non arriva solo dalla possibilità di guadagnare tanto, ma anche dalla capacità di spendere poco.
• 10 cose che puoi eliminare senza rischiare rimpianti futuri
• Imparare a sbarazzarsi delle cose è possibile. Basta ripulire prima la propria testa.
• I 10 comandamenti per una vita all’insegna del decluttering
• Chi è Marie Kondo, e perché il suoi metodi per il decluttering sono… diversi.
• 10 modi creativi di fare decluttering
Nella foto: il link-shelf di Monoqi, realizzato dalla tedesca Studio Hausen
Ciao, come sempre, i links che ci segnali danno sempre buoni spunti di riflessione. Credo che paradossalmente la crisi economica finanziaria di questi anni ci obblighi necessariamente a rivedere le nostre priorità in termini di consumi e questo è sicuramente un bene. Mi sembra in proposito di aver letto che anche in America il minimalismo cominci ad essere più di una filosofia di pensiero e che la “consapevolezza” (a mio modesto avviso è sempre la parola chiave) prevalga sui vari condizionamenti che ogni giorno ci bombardano.
Ciao Alessandro. Ovviamente dobbiamo rifarci soprattutto a quello che traspare da Internet, non possiamo (almeno io) avere un’idea precisa di quello che è realmente questo ‘ripensamento etico’ verso il consumismo sfrenato, oggi, negli Usa. Non vivendo lì… Però sì, almeno su Internet è sempre più facile imbattersi in blog, articoli di giornale, libri e in generale notizie che parlano di minimalismo, di etica dei consumi, di downshifting e decluttering. E questo vorrà pur dir qualcosa. Diciamo che essendo quella la culla del consumismo e di un certo stile di vita, fa abbastanza sensazione leggere di grandi manager, di professionisti in carriera e in generale di sempre più persone che abbracciano una visione minimalista della vita, radicalmente o meno. Di sicuro è un segnale forte, più forte rispetto a quello dato da chi lo fa in paesi come il nostro dove determinate scelte oggi non sono proprio tali. Dove cioè il freno dei consumi è tirato più dalla mancanza di risorse che da reale consapevolezza della necessità di cambiamento. Un conto è decidere di non avere più l’auto perché effettivamente non ce n’è reale bisogno, o perché inquina. Un altro conto è decidere di non avere più l’auto perché non puoi permetterti di pagare bollo-assicurazione-benzina ecc. Insomma, un conto è la consapevolezza (la tua parola chiave), un altro è la costrizione. Ciao e grazie per il tuo commento.