La lunga estate del 2012

by albi69

A Roma fa caldo, fa molto caldo. A tratti mi manca il respiro. Il fatto che quest’anno, per la prima volta nei miei 43 anni, non farò probabilmente neanche una settimana di vacanza, sicuramente ha il suo peso, e fa aumentare il senso di claustrofobia e di oppressione. Niente vacanze, dunque, quest’anno non si riesce proprio.

Qualche veloce puntatina al mare, piuttosto, e qui il vantaggio di vivere a Roma, con il mare a due passi, si fa sentire. Venerdì, per esempio, approfittando del giorno festivo in più (Santi Pietro e Paolo), sono partito con mio figlio e mia moglie per Sabaudia. Tre giorni di mare, acqua fredda e trasparente. È stato rigenerante… Certo, abbiamo dovuto accettare il compromesso del campeggio. Si sta un po’ meno comodi ma si spende poco. Per me e Luca non c’è stato problema, ovviamente, per noi ‘bambini’ è come un gioco. La mamma di Luca invece ha un po’ accusato. Non tanto per la scomodità in sè, quanto per la situazione generale. Effettivamente eravamo abituati bene: una vacanza breve a luglio e una ad agosto, di solito, quando non l’affitto di una casa al mare per tutto agosto, come negli ultimi anni. Ma rimpiangere il passato non ha molto senso, meglio rimboccarsi le maniche e cercare soluzioni diverse. Non siamo certo i primi, né gli unici, a saltare le vacanze. E c’è chi è costretto a sacrifici più pesanti. Non è questo che mi pesa, quanto piuttosto la difficoltà enorme che sto incontrando a rimettere la mia vita su binari un po’ più tranquilli: mi piacerebbe avere la possibilità di scegliere di non fare vacanze, di scegliere di non andare più al ristorante, di non spendere soldi per vestiti o per scarpe, o per andare al cinema o allo stadio, mi piacerebbe poter scegliere piuttosto che esservi costretto dagli eventi.

Certo fa caldo, fa molto caldo. Sarà un’estate lunga, quest’estate.

Tutto il mio decluttering, il minimalismo, il mio interesse per la decrescita e per esperienze come quelle di Perotti o di PecoraNera… mi sarei interessato comunque a tutto questo? Avrei iniziato comunque questo percorso ‘clutter-free’ se non mi fossi ritrovato improvvisamente a dover affrontare tutte le difficoltà (economiche e non) di un ricollocamento professionale? Il dubbio mi assale.

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