30 oggetti in 30 giorni
by albi69
Non è una cosa particolarmente innovativa, l’ho vista fare già a diverse persone (o quantomeno ne ho letto i resoconti). Però voglio provarci anche io. Una volta esaurita la prima grande sfuriata di decluttering, quello selvaggio del “butto tutto!”, effettivamente, diventa tutto un po’ meno roboante, meno spettacolare. Le cose da eliminare, quando non sono in mezzo a tante altre cose da eliminare, si nascondono bene, non si fanno trovare. E quando le trovi, spesso prevale la pigrizia, e allora ti dici: “ma sì, non è che buttandolo via ottengo chissà quali risultati…”. Eppure, riflettendoci, di cose inutili, da eliminare, ancora ce ne sono in giro per casa. Credo che serva un nuovo stimolo, e credo di averlo trovato nella ritualità.
Ho deciso che, da domani in poi, ogni giorno eliminerò qualcosa. Un decluttering quotidiano, in pratica. Punto a un mese vissuto così, diciamo 30 oggetti nei prossimi 30 giorni. Come dicevo, qualcuno lo ha già fatto, puntando più in alto, addirittura ad un anno. E scavallato l’anno, è andato avanti come niente fosse (e ora veleggia verso il traguardo dei tre anni di decluttering quotidiano). Io di fare programmi così a lunga scadenza non me la sento. Il traguardo dei 30 giorni mi sembra più realistico. Poi vedremo. Se siete interessati ai miei oggetti inutili, alla loro storia e alla loro… fine, collegatevi con la pagina Facebook di Viaggioleggero, qui. Non serve essere per iscritti a Facebook per raggiungere la pagina. La foto che vedete qui sotto, è un anticipazione sull’oggetto di domani. Allora? Mi fate compagnia?
ti seguirò su fb, la sfida è interessante, certo nessuno si aspetta miracoli da queste iniziative, ma sentirsi più leggeri fa stare meglio e soprattutto ci aiuta a cambiare abitudini…
Grazie Lella, quello che dici è sacrosanto…
Anche io seguo il blog di Colleen, e sto eliminando un po’ di cose da casa. Non una al giorno ma magari 7 ogni weekend ci riesco. Il problema e’ farle uscire di casa una volta designate, ci vogliono sempre settimane! 🙂
Sul commento di Exodus: nessuno dice che eliminare le cose inutili renda felici di per se o elimini i malesseri esistenziali. Ma che mi permetta di non sentirmi soffocare quando entro in casa e vedo scatoloni per terra (e non stiamo traslocando), libri in doppia fila sugli scaffali con anche mille ninnoli davanti, vestiti che strabordano dall’armadio… ecco magari quello si’! Che mi permetta di non impazzire ogni volta che per pulire i pavimenti devo non solo sollevare le sedie ma anche spostare i vari oggetti posati a terra, anche quello si’! Forse a te non fa nessuna differenza visto che gia’ vivi nell’essenzialita’ ma ti assicuro che io che non ci vivo ne ho veramente voglia!
Sono d’accordo, pienamente… Facendo decluttering da una parte, consumando meno dall’altra, cambiando comportamenti e abitudini, non do chissà quale significato alla mia esistenza, ma sicuramente mi sento meglio, e di questi tempi… 7 oggetti a weekend alla fine da lo stesso risultato, ma il rischio di accontentarsi di 6 o 5 per me è dietro l’angolo. Preferisco la soluzione uno al giorno… diventa una specie di compito mattutino…
Dimenticavo: ho pochi capi, spesa media 20,00 € per i pantaloni, 5,00 € per le magliette e polo, altri 5,00 € per i pile, li compro apposta negli iper quando mettono i saldi, conosco i tessuti per motivi di lavoro e ho sempre fatto buoni affari. non butto ne regalo mai nulla perché riciclo le stoffe, ad esempio il pile è fenomenale come attira-polvere, usate quello con una scopa e non avrete più bisogno di aspirapolvere. e così via. E rimane valido il commento che ho fatto prima.
Ciao.
Probabilmente il decluttering può far sentire meglio chi si è sempre circondato di oggetti e di inutile abbondanza piuttosto che chi nell’essenzialità, volente o nolente, già ci vive. Magari è il processo in sé che fa sentire meglio, questo piccolo ma progressivo scalare la marcia sulle cose materiali. Se la soluzione ai problemi di ognuno fosse così semplice, ecumenica e, in fondo, indolore, tutti l’avrebbero già adottata. Così come se la soluzione fosse un’altra, una qualunque (l’amore, il cibo, la religione, lo studio, lo sport ecc.). Se ci fosse una soluzione giusta per tutti, sarebbe favoloso. Così non è, lo sappiamo. E allora ognuno intraprende i viaggi che crede. E non è detto che lo stesso viaggio vada bene per tutti. C’è solo una cosa certa, lo sappiamo. Per il resto… ci si arrangia come si può…
C’è una soluzione giusta per tutti, solo che è costosa. Ed è questa: vuoi qualcosa? quanto sei disposto a pagare, sacrificare, rinunciare per essa? Ci sono a mio avviso poche cose davvero che non si possono ottenere se si è disposti a pagarne il prezzo, ma il prezzo a volte è spaventoso e il rischio altissimo. Alla fine il gioco non vale la candela. E’ un insegnamento contenuto anche nei vangeli: prima di costruire la torre siediti e calcola se hai i mezzi necessari per portarla a termine, perché non succeda che tu perda e questo e quello. Quella è una soluzione universale, ma non piace.
Nel commento di SAB c’è una cosa che mi ha divertito, scrive:”nessuno dice che eliminare le cose inutili renda felici di per se o elimini i malesseri esistenziali”. Ecco “le cose inutili”. Mi ricorda quella storia che leggevo in quarta elementare in cui un paziente riusciva a guarire facendosi togliere dal medico solo le cose a cui teneva di meno (“inutili”). Magari è corretto non sentirsi soffocare, anche se io sono uno che non si sente mai soffocare anche in mezzo al traffico o al casino, spengo la mente e stop, non vedo quello che non voglio vedere ed è come se non ci fosse, per me è una questione di concentrazione. Però, alla fine, un qualche risultato concreto lo ottieni, purtroppo, non eliminando le cose inutili, no… lo ottieni pagando un prezzo e nella vita i prezzi sono sempre quelli di cose belle, utili, a volte necessarie che avresti voluto avere.
Non per scoraggiare chi vuole liberarsi di cose superflue, anzi se volete datele a me, io riciclo tutto!!!!!:-)
Guardo, io non credo nelle virtù del decluttering, per un motivo: ho pochissime cose in casa, non ho divani, TV, ori, gioielli, mobili, niente, solo qualcosa che mi ha lasciato il precedente proprietario e elettrodomestici degli iper; il mio appartamento è una pista da corsa per i miei due gatti e lascio in giro stoffe, sacchetti di plastica rigida, aplline, apposta per farli divertire. Ho uno stendino sempre aperto che è la loro cuccia rialzata e un’asse da stiro in mezzo alla casa che è il letto della piccola femmina. Questo per dire che la roba la lascio in giro apposta, ma di mio ho poco. Sono anche vegetariano, viaggio coi mezzi, quindi uso pochissimo l’auto, non prendo l’aereo, la cosa più inquinante pro-capite del mondo, faccio vacanze a km zero da dodici anni ma anche prima viaggiavo tanto ma solo per lavoro, compro frutta di stagione perché non amo mangiare ghiaccio, etc… Ecco, assicuro chiunque ci voglia provare che quando sarete arrivati a questo livello, che molti giudicano di essenzialità, e sicuramente di spese contenute, è addirittura possibile che siate psicologicamente più fragili di prima. Quando si arriva a spogliarsi di tutto ci si rende conto che il benessere o malessere non sta negli oggetti, ma sul serio, che tu ne abbia molti o pochissimi, questo non incide più di tanto sul tuo equilibrio, la tua felicità o gradimento della tua vita, come spero sia ovvio il campo di gioco è da un’altra parte, tutt’altra parte.
Insomma, farlo o non farlo il decluttering è uguale, per me, è come lavare la casa: se è pulita è molto meglio, e si sta meglio, ma non è che una casa pulita risolva niente nella vita, è che ti piace tenerla pulita e ordinata, e magari la gente ti fa anche i complimenti, ma finisce lì.
Ciao.
buona idea, sempre valida! io fatto l’anno scorso…fra un po’ mi tocca il cambio di stagione e lì ci sarà da sbizzarrirsi 😀
Il cambio di stagione… fino a un anno fa era una specie di incubo… oggi è fonte di grande godimento!
sì? io sono sempre un po’ triste…mi dispiace liberarmi di certi capi particolarmente amati ma troppo rovinati…
Mmmhh, anche a me lì per lì dispiace… poi ci ragiono su, mi rendo conto che conservare una camicia che hai da dieci anni e che magari non metti da tre annni, è qualcosa di patologico, e allora procedo.
ciao Mi piace e penso sia un buon incentivo anche per medare una scansione per incentivare la dipartita di quantocosi’ necessario nn e’ più’ o forse nn lo e’ mai stato grazie ciao
Grazie. Nel frattempo ho cominciato. http://www.facebook.com/Viaggioleggero