Becoming Minimalist: newsletter n. 39
by albi69
Meglio più ricchi ma più occupati o meno ricchi ma più liberi? I link proposti dalla nuova newsletter di Becoming Minimalist sembrano vertere un po’ tutti su questa dicotomia. E se negli ultimi 30-40 anni la rinuncia al denaro in favore di una migliore qualità di vita era l’eccezione di qualche bizzarro epigone dei figli dei fiori, oggi la rinuncia alla ricerca della ricchezza in favore della ricerca della felicità sembra essere diventato per certi versi un lifestyle di tendenza.
• Dal New York Times, un esperimento sulla tendenza ad accumulare beni in eccesso rispetto alla nostra reale capacità di consumo.
• La vita è troppo breve per essere sempre occupati.
• I soldi non fanno la felicità. Ma i ricchi vivono in maniera diversa rispetto agli altri. Ecco 7 cose che dovreste sapere sulla psicologia del benessere.
• Sareste in grado di stare sei mesi senza spendere soldi se non per l’essenziale? Qui c’è una testimonianza interessante.
• Sono le nostre abitudini a determinare il corso della nostra vita. Ecco allora 11 consigli per migliorarla.
Un paio di extra presi da qui:
• Una scommessa: riuscire a devolvere in beneficenza il 20% del proprio reddito a fine anno. Per riuscirci, tagliare i consumi superflui. Il resoconto è qui.
• Ammalati di tecnologia? Vi sembra tutto indispensabile? Ecco una mini-guida (ma davvero mini) per capire di cosa potete fare a meno.
Nella foto: una matita che fa parte di una collezione di oggetti ‘minimal’ in vendita sul sito OdeToThings
Personalmente non ho dubbi sul fatto che sia molto meglio essere meno ricchi ma più liberi. Il problema è che ormai in Italia (e non solo) ci stanno togliendo anche la possibilità di accontentarci di poco, nel senso che chi inizia a lavorare oggi spesso si ritrova con un salario basso ma anche con un orario di lavoro esagerato, oltre le 40 ore settimanali “canoniche”. Allora come facciamo a lavorare meno?
Ciao! Ovviamente il dibattito sulla questione è quantomai aperto. E la particolare situazione che stiamo vivendo in Italia, soprattutto per quanto riguarda il lavoro, rende davvero un lusso la possibilitá di scegliere fra i due diversi stili di vita. Non tutti sicuramente possono permettersi di riscattare qualche ora di tempo in più per se stessi in cambio di un minor guadagno. Resta però un dato di fatto che sempre più persone tendano verso forme più o meno accentuate di downshifting. Perché è innegabile che la qualità della vita ne tragga vantaggio. E perché ormai si è capito che comunque, per quanto possiamo lavorare e lavorare, non potremo mai ‘comprarci’ il benessere che può invece regalarci il poter passare più tempo con le persone cui vogliamo bene, o il poter vivere esperienze che richiedono quel tempo che invece sacrifichiamo per il lavoro. Certo bisogna imparare a fare delle rinunce. Capire a cosa si può e si vuole rinunciare. E se poi si scopre che si è arrivati già al minimo indispensabile e non si può fare a meno di usare tutto il proprio tempo per lavorare perché si guadagna comunque troppo poco, allora bisogna avere il coraggio di mettere in discussione tutto. Per il semplice fatto che vivere così non è dignitoso. Che abbiamo dei doveri verso noi stessi e verso le generazioni che verranno. E che la schiavitù è un problema, non una soluzione.
Concordo con tutto il tuo pensiero, ma soprattutto con l’ultima frase 😉