Minimalismo in pillole
by albi69
Googolando, ho trovato un blog che credo sia ormai chiuso, o quanto meno fermo visto che l’ultimo post è datato giugno 2011. Si chiama lavitafelice. E curiosando sul blog, ho trovato questa lista di suggerimenti che l’autore da a chi vuole ‘lanciarsi’ in un cambiamento in direzione minimalista della propria vita. La ripropongo qui di seguito, invitando chi la leggerà a commentarla, ma anche ad aggiungere altri suggerimenti, magari derivati dalla propria esperienza personale.
– Riduci il fumo a un massimo di tre sigarette al giorno
– Riduci al minimo il consumo di alcool
– Alzati prima alla mattina
– Convertiti ad una dieta mediterranea o semi-vegetariana
– Mangia quando hai fame
– Bevi quando hai sete
– Dormi quando hai sonno
– Bevi tanta acqua
– Cammima di più
– Usa meno l’automobile e più la bicicletta
– Lavora meno e tieniti più tempo per te e i tuoi cari
– Se hai dei debiti pianifica un modo per ridurli al minimo
– Smettila di fare spese inutili
– Metti ordine dove prima tenevi disordine
– Pulisci subito quando sporchi qualcosa
– Non lasciarti troppe cose in sospeso
– Dai al tuo corpo una disciplina e riabitualo a sentirsi vivo
– Ascolta la musica
– Lascia entrare l’arte nella tua vita
– Cerca di limitare alle persone negative l’accesso alla tua vita
– Abituati a pensare positivo
– Ama con passione e lasciati amare
– Ridi, ridi, ridi più spesso che puoi
– Rispetta i bisogni altrui
– Vivi la natura senza lasciare troppe tracce del tuo passaggio
– Riscopri il senso della meraviglia
– Cerca di vedere ciò che vi è di straordinario nelle cose di tutti i giorni
P.S.: Nella foto è ritratta una versione minimalista e moderna di uno degli oggetti che io amo di più in assoluto, la radio. Questa è la Plugg Radio, una radio digitale che si accende e si spegne togliendo o infilando un tappo di sughero. Se ne parla qui, mentre qui c’è il video che ne mostra il funzionamento.
Ciao
Le cose scritte le compio da anni, la mia famiglia prima di me, ma posso assicurare che “non è niente di speciale” purtroppo. Sono sempre più convinto che basta un po’ più di fortuna nella vita per compensare tutti i benefici che possono derivare dal metodo di vita suddetto. Forse l’unico punto carente è “Ama con passione e lasciati amare”. Per amare con passione devi avere qualcuno che valga la pena amare con passione, naturalmente.
Già, io so che la soluzione non sta lì, è come chi ha un lavoro oggi, è invidiato perché ha un lavoro magari, ma non c’è niente da invidiare e un lavoro non ti rende speciale. Lo stesso per quel tipo di vita delineato.
Per fare un esempio banale, sono molto più entusiasta della possibile svolta politica in Italia da parte del M5S che di tutta la decrescita personale che possa fare o che ho già fatto.
Dovessi aggiungere qualcosa, sarebbe questo, ma non piacerà:
“Abituati a rinunciare, a digiunare, a fare a meno di cose che ritieni importanti, abituati alla disciplina, a fare cose che non comprendi ma che intuisci siano importanti, abituati ad agire senza pensare ma a fare solo cose che tu hai deciso in precedenza. Abituati ad essere un soldato, ad ubbidire ad una causa in cui credi, non cercare sempre di essere un leader, di essere primo, di avere un opinione, di difendere un opinione, non cercare di cambiare le cose, non cercare di cambiare le persone, non cercare di cambiare il mondo.
Se ti distacchi da tutto ciò, qualunque cosa succeda, sarai nella pace.
Qualunque mondo ti si presenti saprai affrontarlo. Saprai viverlo. Saprai sfruttare le opportunità col minimo sforzo.”
Le persone che riescono a compiere questo percorso di vita consapevolmente e volontariamente sono pochissime. Però camminano sempre ad una spanna da terra.
Ciao!
Amico mio, grazie per il tuo contributo. Mi piace la tua proposta, ancorché espressa con un tono militaresco che non so apprezzare. Condivido però la necessità di applicare un certo rigore nel proprio modo di vivere (anche per poter godere di più dei momenti in cui tradirai quel tuo rigore). Mi piace avere un’opinione, quando riesco, odio dover difendere la mia opinione, ma mi piace confrontarla con quelle degli altri. Non pretendo di cambiare il mondo, né le persone, ma un certo impulso a cambiare le cose, almeno intorno a me, lo confesso, saltuariamente mi travolge…
E’ la vecchiaia: mi accorgo che il tempo fugge, e quindi lascio perdere il “pollitically correct” e ciò che considero una perdita di tempo… che un giovane può e deve concedersi perché può e deve perdere tempo per sperimentare, scoprire, sbagliare, ma quando mi rendo conto che il tempo nella vita è davvero poco taglio corto e adotto il tono “militaresco”. Tra l’altro il militare l’ho fatto. L’importante per me è non cercare di convincere, imporre o prevaricare altri, se il tono reciso serve solo per esprimere un’idea senza dubbi o esitazione, ambiguità e soprattutto senza chiedere o aspettarsi che venga condivisa, allora non diventa un’imposizione.
Credo possa essere applicabile la formula biblica “sia il vostro parlare “si si – no no”, tutto il resto viene dal maligno”. Ovvero dire la verità, la propria in modo chiaro e onesto. Sarà che quest’epoca di dubbi, incertezze e “politically correct” la trovo terribilmente noiosa e dispersiva…
Caro Alberto, come sai dal 1° gennaio sono anche io un diversamente occupato, non dico disoccupato perchè non riesco proprio a calarmi in questa veste e anche perchè alla fine lavoro comunque, anche se, in modo totalmente autonomo. Inevitabile per me ripercorrere mentalmente tante delle cose che su questo blog hai più volte evidenziato, alcune delle quali le riprendo volentieri. Primo fra tutti il tempo ritrovato, quel tempo che prima in modo scontato si trascorreva nel traffico, poi in redazione, poi di nuovo nel traffico e la giornata era s-finita. Il tempo per andare a prendere i bambini a scuola, per accompagnarli la mattina e stare un po’ con loro prima di lasciarli, il tempo per condividere il pomeriggio fatto di compiti e giochi, il tempo per allenarsi e sentirsi anche fisicamente vivo, il tempo per soffermarsi su una lettura senza rischiare di darsi il libro in faccia per lo sfinimento, insomma, il tempo vero. In tutto questo riesco anche a lavorare, a scrivere, a organizzare trasferte di lavoro, il tutto in assoluta autonomia e per questo a mio avviso, in modo molto più efficace. Dunque, l’illusione di guadagnare di più quando lavoravo, che in senso assoluto è vero, ma in senso relativo è assolutamente falso. Mi spiego, l’entrata mensile era sicuramente più alta, ma i costi quotidiani anche, se poi provo a valutare un’ora del mio tempo attuale scopro che oggi guadagno molto ma molto di più. Come vedi caro Alberto, alla fine mi trovo a confermare molti dei discorsi che tu hai affrontato prima di me e che hai avuto l’idea e la generosità comunicativa di condividere, prendi questa mia sintetica osservazione come una conferma degli effetti positivi di questa nuova situazione lavorativa che condividiamo. Ho quasi quasi il tempo per ripensare a cose che avevo quasi messo nel dimenticatoio…ciao
Il disimpegno ha i suoi vantaggi, non c’è dubbio, sempre che ci sia modo di garantirsi una dignitosa sussistenza. Quel tempo che anche io ormai da un pezzo ho reimparato ad apprezzare, vale certamente più di qualsiasi busta paga. Peccato non essersene resi conto prima e non aver agito noi in questa direzione, lasciando invece che dinamiche esterne ci portassero a queste conclusioni: pensa che enorme soddisfazione sarebbe ora. Proteggiamo questo tempo ritrovato e coltiviamolo a vantaggio del cuore e del cervello. Ricadere nel vecchio errore sarebbe imperdonabile…